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Scrittrice Errante

Vado incontro al mio destino seduta accanto un finestrino.

Christchurch!

Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
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Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!
Christchurch!

It’s been a long while..

Ciao amici!

scusate la lunga assenza dai vostri curiosi sguardi, ma l’arrivo stabile in una nuova città comporta impegni ed una buona dose di “lagnusia” aggiunta allo stabilizzarsi della routine quotidiana.
Dunque eccomi qui, nella ridente cittadina dove spenderò i due mesi restanti di questa strabiliante esperienza ai limiti delle (mie)capacità!

Sono atterrata il 17 giugno, e già dall’alto delle nuvole scorgevo la peculiare e affascinante dimensione dei territori su cui planavamo.. una distesa di montagne e rocce color mattone quasi totalmente prive di insediamenti umani; fiumiciattoli timidi tra le increspature di una terra impervia ma, in un certo senso, accogliente.
Le hostess - in un inglese ancora a me facilmente comprensibile - ci diedero il benvenuto e così cominciò la mia avventura…

Se c'è una cosa che sento di poter dire con certezza alla fine di questo primo mese, è che

non ho intenzione di avere bambini per ancora molto, moltissimo, tempo.

Ho vissuto fino a qualche giorno fa in compagnia di una tenera famiglia con bimba di due anni e un'altra presto in arrivo. La bambina in questione, Delilah, era di una dolcezza unica.. una pagnottella dai capelli biondissimi ed enormi occhi azzurri - ascoltare i bambini parlare in un’altra lingua continua a sorprendermi sempre di più - MA, amici miei, una sveglia a ritmo del draghetto robot che canta, del computerino che pronuncia il tuo nome e del cavallino che nitrisce come tenera sveglia puntuale delle 8, non mi sento di inserirla tra le attività che al momento preferisco.

In molti mi hanno chiesto di mandare foto della città, dei musei e monumenti,
purtroppo però Christchurch è stata colpita da un fortissimo terremoto del 2011, che ne ha ridotto il centro in mezzo cantiere ancora in costruzione, il che ovviamente riduce il belvedere a davvero poco; senza considerare ciò, tuttavia, penso che in linea generale noi europei siamo davvero mal abituati: crediamo facilmente che qualsiasi centro città estero sappia darci uno specchio della storia del luogo così come noi, in tutte le nostre città, siamo abituati, quasi annoiati, ad avere. Eh no, qui se chiedi di un city tour all’80% ti mostreranno il centro commerciale più di moda, il grattacielo più vistoso.. e questo dovrebbe farci riflettere.
Come dicevo ad alcuni amici, il bello della Nuova Zelanda non sono le città, ma la natura ribelle e maestosa che hai così vicina.

I primi tempi non sono stati particolarmente “social effective”: stando in una famiglia le opportunità di nuove amicizie erano piuttosto scarse, così mi son buttata nella mia nuova attività preferita: l’esplorazione delle biblioteche!
Inutile dirvi quanto sia rimasta sconvolta dalla scoperta di uno dei più romantici posti sulla faccia della terra: una biblioteca sulla sponda dell’oceano. Non scherzo, la spiaggia di New Brighton arriva letteralmente all’uscio dell’edificio..una discreta biblioteca/libreria a due piani, sovrastata da un lunghissimo ponte in cemento che termina nel bel mezzo della distesa d’acqua oceanica.

Da brava isolana quale sono -nel bene e nel male- la vista del mare ha un effetto strano su di me.
Posso stare mesi tranquilla senza alcun bagno e a dir la verità sto anche meglio senza lo stress inutile del siciliano medio che crede la tintarella estiva rappresenti la massima realizzazione della vita umana (fosse così io sarei l’ultima degli ultimi, nel mio fiero mozzarellume). Tuttavia..
quando l’odore del mare mi raggiunge da lontano, indiscreto e pervasivo..è come se mi sentissi per un attimo a casa, come se il suono delle onde andasse allo stesso ritmo dei miei passi e la mia mente non avesse più bisogno di bugie. Ha una magia del tutto unica e reale.

La vita ha, certe volte, dei risvolti inaspettati: un comune sabato bibliotecario mi porta alla conoscenza di un bizzarro signore, che - vedi il caso - è docente dell’università da me frequentata qui.. uno storico, tutto fiero della collezione di dvd che la città vanta tra le più grandi del mondo (…ok) e promotore di un pranzo vegetariano che organizzano ogni settimana…proprio dentro il campus.
Chi mi conosce sa bene che il mio rapporto col cibo ha una sua (il)logica struttura di preferenze e capricci che mi porto dietro da una vita, quindi se togliessi dal mio, già limitato, menù anche la carne penso avrei parecchi problemi di sopravvivenza, ma a mali estremi, estremi rimedi: capricci a parte ho messo a tacere la timidezza e sono andata comunque, da sola. Non c’erano troppe persone, qualche tavolo con gruppi, ma di certo tutto volevo tranne il rimanere a parlare col bizzarro docente..quindi ho deciso di rischiare e far quello che normalmente odio: sedermi in un tavolo a caso.

..Mai decisione fu più azzeccata!

Ho conosciuto tante persone simpatiche che, diversamente dai “danesi doc”, mi hanno a buon cuore e con curiosità accettata al loro tavolo. Tra loro, in particolare, ho trovato affinità con un’altra avventuriera come me di origini americane: Alisha; ragazza simpatica, che non ha tardato ad invitarmi nel primo vero viaggio nei dintorni della regione..Arthur’s pass, un magnifico parco di cui vi ho intasato la home di Facebook con foto e paesaggi mozzafiato qualche giorno fa.

Ed il lavoro? Da questo punto di vista sono stata molto fortunata, il tutor che mi hanno assegnato (simpatico fatto: lui è mezzo danese) è stato d’enorme aiuto nello sbrigare le burocratiche faccende del caso (carta d’ingresso, internet, biblioteca e robe universitarie) in tempi brevi e con facilità. Il prof supervisore però, torna proprio oggi da un lungo viaggio in Cina, quindi al momento le mie mansioni si sono limitate all’accumulo di articoli e letture relative ai due argomenti che tratterò nei due mesi successivi. Ahhh l’amour per la conoscenza non finirà mai!

Infine, per farmi perdonare la lunga assenza, cercherò di riassumere alcune delle cose più simpatiche che ho notato qui:

  1. Non esistono strisce pedonali ( ad indicare l’attraversamento solo due strisce semi-invisibili)
  2. Se a Palermo pensavo gli automobilisti corressero…..non avevo visto nulla, qui ogni attraversata è a rischio mortale
  3. Le divise scolastiche- non ho capito se fino la terza media o all’ultimo del liceo - sono obbligatorie per tutti
  4. Le divise scolastiche sono così oscene che, al confronto, le nuove uniformi dell’ Alitalia sono alta moda
  5. La gentilezza di questo popolo è immensa: non esiste incontro (formale/informale) in cui non si intercali con domande personali
  6. OGNI passeggero che sale e scende dall’autobus ringrazia il conducente del mezzo
  7. C’è un grado di umidità così alto che ad ogni uscita i miei capelli fanno invidia alla pecora dolly
  8. VENDONO IL SUSHI ALLE CAFFETTERIE UNIVERSITARIE (my paradise city)
  9. Ogni posto in cui sono andata fa sorgere in me la stessa, identica, riflessione:
    “Non penso di aver visto paesaggio più bello di questo”..ricredendomi ogni volta successiva

Amici, concludo il post descrittivo e un po’ meno poetico con un’idea che convince e guida giornalmente il mio percorso: rischiare non è utile, ma necessario.

Che sia una piccola scelta del vostro quotidiano, un viaggio lontano, una storia d’amore che per inerzia non chiudete o semplicemente una festa a cui siete invitati dove non conoscete nessuno.. è in questi momenti, a mio parere, che la vita ci mette davanti noi stessi. E’ in questi momenti che riconosciamo il nostro vero essere e le nostre abilità…è da queste decisioni che dipende la nostra crescita come individui reali, non semplici macchine standardizzate atte a ripetere gli stessi percorsi fino alla morte.

Mi sono resa conto che tutte le volte in cui ho deciso di andare oltre il mio recinto, oltre i parametri di sicurezza che la vita mi aveva costruito attorno, sono stati gli unici sinceri attimi, ore, giorni, in cui ho saputo dire a me stessa: ora sono felice.

Vivete con passione, vivete anche quando non vedete via d’uscita e ripetetevelo sempre:

..the best is yet to come!

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R
Magnifica donna io ti amo!!!!!!
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F
<3 <3 <3
A
Hello dear! I read the translated version of this blog post. It is so poetic and beautifully-written! Thank you for mentioning me :)
Rispondi
F
<3 my adventurous friend! :D hopefully more trips to come!